La Storia della Val di Pierle

Il Professor Marcello Silvestrini, già Docente Ordinario di Didattica delle Lingue Moderne presso la Facoltà di Lingua e Cultura Italiana dell’Università Italiana per Stranieri di Perugia, che nella Val di Pierle è nato e mantiene solide radici, ci ha gentilmente concesso di pubblicare “on-line” il suo libro “Val di Pierle Memorie Storiche” che potrete sfogliare semplicemente cliccando sul pulsante qui sotto. Il volume, che analizza e commenta quello che scrisse Don Giovanni Battista Millotti, parroco di S. Maria delle Corti, alla fine del ‘800, è un prezioso scrigno di notizie sulla storia della Valle e di stupende immagini dei luoghi.

Un grandissimo ringraziamento al Prof. Silvestrini da parte dei residenti nella Valle, da chi nella Valle è nato ma è adesso lontano e da tutti quelli che impareranno a conoscere la storia e le bellezze dei luoghi sfogliando le pagine del libro.

Gli Etruschi ed i Romani

Numerose fonti descrivono la presenza di Romani ed Etruschi nella Val di Pierle, sebbene la storiografia su questo periodo sia lacunosa e confusa. Si suppone che la Val di Pierle fosse sede di vie di transito durante il periodo etrusco, essendo situata tra importanti città della Lega Etrusca come Perugia, Arezzo e Cortona. La strada attraversava la Valle dell'Esse e si collegava alla Valle del Niccone, offrendo accesso all'Alta Valle del Tevere e quindi a Perugia e Roma. I Romani utilizzarono e migliorarono la strada di probabile origine etrusca, lastricando i tratti più impegnativi.

La Battaglia del Trasimeno (217 a.C.) tra Annibale e le truppe romane proseguì nella nostra Valle. Qui i soldati romani in fuga, guidati da Caio Centronio, si scontrarono con i cartaginesi nel Pian di Marte. La presenza di toponimi legati alla battaglia, come Pugnano e Pian di Marte, conferma l'evento.

Mancano notizie precise fino al periodo imperiale, quando, citando lo storico perugino Ciatti: “… ucciso Commodo da un gladiatore, gli successe Publio Elvio Pertinace, nato, come scrive Giulio Capitolino, nella Villa di Piano di Marte, tra i monti dell’Appennino, lungi da Perugia dodici miglia, tra Preggio e Lisciano. … “

Un tratto dell'antica strada basolata Romana

Publio Elvio Pertinace

San Leone Magno

Papa Leone I, noto anche come Leone Magno, è stato una figura importante nella storia della Chiesa cattolica. Sebbene ci siano diverse città che si contendono i suoi natali, la tradizione locale sostiene che sia nato nella Val di Pierle alla fine del IV secolo.

Leone Magno fu eletto papa nel 440 e morì a Roma nel 461 dopo aver guidato la Chiesa per oltre 20 anni. Il suo pontificato fu caratterizzato da un periodo di grandi cambiamenti, con la caduta dell'Impero Romano e l'ascesa del Cristianesimo e delle invasioni barbariche. L'episodio più noto del suo pontificato fu quello di aver fermato Attila ed averlo convinto ad abbandonare l'Italia. Oltre a ciò Leone Magno si impegnò a mantenere l'unità della Chiesa e la purezza della fede, combattendo diverse eresie e convocando concili, tra cui quello importante di Calcedonia.

Nella Val di Pierle, la memoria di Leone Magno è ancora presente. Si dice che un tempo esistesse a Pierle una chiesa dedicata al santo all'interno della Rocca, anche se oggi non ne rimane traccia. Per mantenere viva la sua memoria, quando la chiesa all'interno della Rocca fu distrutta, si decise di dipingere un grande ritratto di San Leone nella chiesa di San Biagio ricostruita nel 1371. Nell'affresco, il papa è raffigurato in abiti pontificali, affiancato dai diaconi San Lorenzo e San Vincenzo, patroni rispettivamente di Perugia e Cortona.

I Benedettini, la bonifica ed i Castelli

Un piccolo gruppo di monaci benedettini provenienti dall'Abbazia di Petroia iniziò la bonifica del piano dell'Alta Valle del Niccone e della Val di Pierle intorno all'XI secolo. La prova è nel fatto che il torrente Niccone non ha un alveo naturale, ma scorre tra due argini sopraelevati, opera dell'uomo. I benedettini rimasero nell'Abbazia di S. Benedetto di Rifalce, di c fino al 1300 circa, quando ritornarono a Petroia. L'abbazia fu poi occupata dai Gesuati, un altro ordine religioso fondato dal Beato Colombini da Siena, ma anche loro alla fine lasciarono Rifalce, di cui restano oggi solo ruderi.

La storia della Valle è strettamente legata ai suoi castelli, o rocche. Sebbene spesso si faccia risalire la loro costruzione a dopo l'anno Mille, l'opinione prevalente oggi li colloca in un periodo molto precedente, addirittura ai secoli VI e VII. Questa ipotesi è supportata dalla posizione strategica della valle, che costituiva il confine tra la Toscana longobarda e l'Umbria bizantina, facendo parte del "Corridoio Bizantino", un collegamento vitale tra l'Adriatico e il Tirreno.

Nel 1098, un documento dell'Abbazia di S. Fiora di Arezzo cita i castelli di Pierle, Lisciano e Vernazzano. Nel 1343, la Valle fu teatro delle scorrerie e delle devastazioni del tedesco Guarnieri duca di Urslingen. Nel 1370, Lisciano, governata dagli Oddi, si ribellò a Perugia con l'appoggio del papa, ma nel 1390 cadde sotto il controllo dei Casali di Cortona. Nel 1479, Perugia riconquistò Lisciano, impiccando i reggenti del castello. Dopo un periodo di dominazione franco-pontificia, si affermarono potenti famiglie, come i Della Corgna, la cui influenza si estese anche a Lisciano. Nel 1571, il cardinale Fulvio della Corgna, vescovo di Perugia, istituì la parrocchia di Santa Maria delle Corti, separandola da quella di San Martino.

Con l'Unità d'Italia (1861), la Valle del Niccone da secoli confine tra il Granducato di Toscana e lo stato Pontificio fu divisa tra le province di Arezzo e Perugia, e i comuni di Cortona e Lisciano Niccone. La parte toscana, fu annessa al comune di Cortona.

Per informazioni dettagliate sulla storia dei singoli castelli, come Pierle, Lisciano, Reschio, Sorbello, Pugnano e Danciano, e sulle chiese della Valle si rimanda al testo originale

Il "fiume" che divide in due la Valle

I ruderi del castello di Danciano